L’Istituto per l’Oriente Carlo Alfonso Nallino è stato fondato il 13 marzo 1921 come Associazione, per iniziativa di un gruppo di Ambasciatori, di alti funzionari dell’Amministrazione statale e di professori universitari, essenzialmente di materie orientalistiche, al fine di dotare l’Italia di uno strumento di conoscenza e ricerca operativa riguardante l’area del Vicino e Medio Oriente, specialmente (ma non esclusivamente) islamica, che aveva conosciuto un profondo riassetto dopo la fine della I guerra mondiale.
All’Assemblea Costitutiva erano presenti: di Cesarò, Carlo Alfonso Nallino, Vassallo, Festa, Scarpa, Esperti, Buggelli, Narducci, Rapex, Enderle, Bruni, U. Faldati, Vacca, Zanutto, Petrocchi, Tucci, di Leone, Sferra, Corradetti, Tiriticco, Missirocchi, Giorgio Levi Della Vida, Ferro, Caroselli, Salto, Guidi, Mascolino, Cattan, Diel, Francese, Scalfati, Almagià, Balvis, Virginia De Bosis, Laura Veccia Vaglieri, Gatteschi, Lanzara, Amedeo Giannini, Carlo Conti Rossini, Sayed M. Pascià, Mohammed Hinnaui, Fratini e Ambrosetti.
In quella occasione fu deciso anche di dar vita a una rivista che potesse fornire elementi utili a capire la complessa situazione istituzionale e politica venutasi a creare nel mondo vicino e medio-orientale.
Riformato nel secondo dopoguerra, e diventato Ente morale senza fine di lucro con Decreto del Presidente della Repubblica del 1953, l’Istituto è stato fino al 1995 sotto la tutela del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero del Tesoro, e fino al 2012, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, col suo bilancio sottoposto al controllo della Corte di Conti.
Dal 1982 ha aggiunto al suo nome anche quello del suo più illustre fondatore, Carlo Alfonso Nallino, professore ordinario di Lingua e letteratura araba nell’Università di Roma-La Sapienza e a lungo suo prestigioso Direttore Scientifico, nonché Direttore di Oriente Moderno.
Sua figlia Maria, professore ordinario di Lingua e letteratura araba nell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e Direttore Scientifico dell’Istituto dopo la morte del padre nel 1938, ha disposto per testamento che l’Istituto ricevesse la biblioteca sua e quella paterna, come pure l’immobile romano di loro proprietà.
Le attività editoriali e di ricerca dell’Istituto per l’Oriente Carlo Alfonso Nallino proseguono ininterrottamente da un secolo, sì da renderlo un polo di riferimento e di organizzazione delle ricerche italiane nel settore di sua competenza.
A questo riguardo è stato sempre fondamentale il personale apporto scientifico dei suoi Soci, che principalmente afferiscono a numerose Università e Centri di ricerca italiani e stranieri.
L’Istituto pubblica
opere monografiche sul Vicino Oriente e alcune riviste scientifiche, prima fra tutte Oriente Moderno che dal 1921 è indispensabile strumento di conoscenza e di studio delle questioni concernenti l’area vicino e medio-orientale. Dal 2013 Oriente Moderno viene stampato e diffuso dalla casa editrice Brill di Leida (Paesi Bassi).
L’Istituto è editore, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, della
Rassegna di Studi Etiopici, n. s., l’unica rivista al mondo che dal 1941 è rivolta agli studi etiopistici.
A tali riviste "storiche" si affiancano dal 2002
Eurasian Studies, editi dapprima in collaborazione con la Cambridge University (Skilliter Centre for Ottoman Studies) e poi con l’Orientalisches Institut der Martin-Luther-Universität Halle-Wittenberg, e dedicati all’area che va dai Balcani all’Asia centrale, al Mediterraneo orientale, all’Anatolia, al Vicino Oriente e all’Iran dall’inizio dell’Islam alla prima guerra mondiale.
Dal 2007 ha ripreso le sue pubblicazioni la rivista
Quaderni di Studi Arabi n. s. (inizialmente stampata a Venezia) e, dal 2011,
La rivista di Arablit, rivista di letteratura araba contemporanea, inizialmente online open access e successivamente in formato cartaceo.
La
Biblioteca è aperta alla consultazione del pubblico da lunedì a venerdì (9,00-13,00; 15,30-18,30). Possiede oltre 35 mila volumi e più di 300 periodici, che costituiscono ancor oggi la più ampia raccolta italiana di testi specialistici cartacei e in microfiches di carattere storico, politico, socio-economico e letterario sul Vicino e Medio Oriente moderno e contemporaneo.
Oltre alla Biblioteca sociale sono a disposizione in lettura, previa prenotazione, il Fondo arabistico-islamistico “Carlo Alfonso e Maria Nallino”, il Fondo turcologico “Ettore Rossi”, il Fondo “Angelo Sammarco”, sui rapporti fra Egitto, Italia ed Europa a partire dal 1798 e sul Canale di Suez, il Fondo sull’Insulindia “Luigi Santa Maria” e il piccolo fondo librario sul mondo arabo-islamico contemporaneo “Pier Giovanni Donini”, tutti ricchi di pubblicazioni talora estremamente rare, redatte nelle principali lingue occidentali, in arabo, persiano, turco e urdu, di cui è in via di completamento la catalogazione informatica secondo il Sistema Bibliotecario Nazionale SBN (
www.sbn.it).
I periodici sono schedati anche nel sito del Catalogo Italiano dei Periodici ACNP (
http://acnp.unibo.it/cgi-ser/start/it/cnr/fp.html).
Presso l’Istituto si svolgono ogni anno convegni, conferenze, presentazioni di libri, corsi semestrali pomeridiani di lingua araba, turca, persiana e di cultura arabo-islamica.
La legge 296/2006 ha riconosciuto l’Istituto tra i soggetti intestatari del diritto di percepire il
5x1000, i cui proventi sono totalmente destinati ad ampliare le sue dotazioni librarie. Occorre per questo firmare nel primo riquadro a sinistra, contrassegnato dalla scritta “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale delle associazioni di promozione sociale, ecc.”, riportare quindi, sotto la propria firma, il nostro codice fiscale:
00815280581
Chi è interessato a ricevere ulteriori informazioni sulle attività dell’Istituto può scrivere per e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.